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Rimosso anche l’ultimo bacino, il porto di Palermo ritrova bellezza e funzionalità

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Da decenni occupavano una vasta area del porto di Palermo, deturpando la vista e ostacolando le manovre di crociere e grosse navi, soprattutto nei giorni di vento. Nei giorni scorsi l’ultimo bacino è stato finalmente rimosso, restituendo dignità alla vista e funzionalità all’area portuale. Come ha ricordato il presidente dell’Authority, Pasqualino Monti, “l’operazione ha permesso che un’ampia porzione dello specchio acqueo del porto tornasse fruibile e, al tempo stesso, è stato scongiurato che i bacini potessero, per il loro totale deterioramento e la mancata utilizzazione per oltre un ventennio, affondare, con evidente danno ambientale. Entrambi i bacini galleggianti, infatti, erano ridotti a ferro vecchio da demolire, inutilizzabili e abbandonati. Insomma, un vero spreco”.

Adesso che anche questo capitolo è stato chiuso, si può finalmente voltare pagina, in un momento in cui la cantieristica sta vivendo una nuova stagione felice dopo anni di grande apprensione. “Oggi – ha spiegato ancora il presidente Monti – lo stabilimento di Fincantieri può finalmente contare su una darsena industriale totalmente a sua disposizione, su un bacino eccezionale da 400.000 Tpl e uno da 150.000 sul quale siamo intervenuti per lo svuotamento, e che adesso ultimeremo”.

“Questo passaggio – riflette adesso Giuseppe Todaro, presidente di Osp e amministratore di Portitalia – rappresenta un ulteriore tassello verso la riqualificazione del network, che negli ultimi anni ha recuperato sensibilmente il gap infrastrutturale che lo collocava tristemente in coda alle classifiche del settore. Oggi, grazie anche a un repentino cambio di mentalità, i nostri porti sono diventati non solo il cuore pulsante dell’economia della Sicilia, ma anche un luogo appetibile in cui indirizzare investimenti”.

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